Da "Lutte de Classe" n° 218 - Settembre 2021
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Il 15 agosto, i talebani hanno preso Kabul, la capitale dell’Afghanistan, dopo aver conquistato la maggior parte del paese, facendo scappare il capo del governo Ashraf Ghani, ma soprattutto migliaia di afghani che si oppongono al (...)
Da “Lutte de classe” n°216 – Maggio-Giugno 2021
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A cento giorni dal suo arrivo alla Casa Bianca, il democratico Joe Biden ha voluto dare una spinta all’economia americana con ambiziosi piani di ripresa... almeno sulla carta. Le somme che vuole iniettare, ammontano a migliaia di (...)
Da “Lutte de classe” n° 217 - Luglio-agosto 2021
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Il 1° febbraio, i militari birmani hanno interrotto brutalmente la loro collaborazione con Aung San Suu Kyi e il suo partito Lega Nazionale per la Democrazia (LND) che dal 2016 era al capo del governo dopo di esserne stato a (...)
Da "Lutte de classe" n°217 - Luglio-agosto 2021
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Lo scorso aprile il prezzo del Bitcoin ha raggiunto il massimo storico di oltre 64.000 dollari (circa 53.000 euro), un prezzo dieci volte maggiore di quello di un anno prima. Poi è sceso bruscamente, perdendo metà del suo valore. (...)
Da “Lutte de classe” n° 217 - Luglio-agosto 2021
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Da diversi mesi, la CGT ha lanciato una nuova campagna "per la riconquista dell’industria", presentata come una risposta alle chiusure di fabbriche e ai licenziamenti massicci che colpiscono i lavoratori, campagna in cui la (...)
Da “Lutte de classe” n° 217 - luglio-agosto 2021
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Durante le manifestazioni del primo maggio 2021 a Parigi e Lione, alcune persone hanno attaccato fisicamente membri del servizio di sicurezza della CGT, gridando "CGT collaboratori". Questo episodio è un avvertimento: mostra come (...)
Da “Lutte de classe” n°217 - Luglio-agosto 2021
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Il successo delle manifestazioni dell’8 marzo 2021, dopo quelle del novembre 2020 contro la violenza sulle donne, dimostra che una parte della gioventù si sta mobilitando per esprimere la sua rabbia contro la persistenza delle (...)
Da “Lutte de classe” n° 217 - Luglio-agosto 2021
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Ventisette anni dopo i fatti, lo stato francese, che ha sempre negato la sua complicità nel genocidio contro i Tutsi compiuto in Ruanda nell’aprile-giugno 1994, ha finalmente riconosciuto, con le dichiarazioni di Macron, una piccola (...)